Dobbiamo rassegnarci a pagare nei prossimi mesi mobilieri, falegnami e carpentieri di più di quanto abbiamo mai fatto finora. Negli Stati Uniti, infatti, i futures sul legno hanno avuto un’improvvisa accelerata; il prezzo è cresciuto del 49% nel giro di tre settimane, raggiungendo un valore che è oltre doppio di quello dell’anno scorso nel medesimo periodo invernale: 1.000 dollari per 1.000 board feet, pari a a 2,36 m³. La stessa dinamica si registra in Europa dove il costo della materia prima sul mercato, principalmente il legno da costruzione (sia massiccio sia incollato), è aumentato del 60-70% rispetto alle contrattazioni commerciali del settembre 2020. Per fare un esempio, il legno lamellare, uno dei più usati, è passato da 400 a 700 euro al m³.
I motivi del boom dei prezzi del legno
Pare che tutto parta dalle abbondanti nevicate nelle zone montane dell’emisfero boreale che hanno portato carenza di materiale e livelli di scorte molto bassi. A questo si è aggiunto un boom dell’edilizia nel Nord America a partire dagli ultimi mesi del 2020, tanto che l’Europa lo scorso anno ha spedito in America il 54% in più di legno di conifera segato (per un totale di 3,5 milioni di m³). Il fenomeno si è ulteriormente aggravato dopo il divieto di esportazione di legno gradualmente attuato dalla Russia e che colpisce in particolare Cina, Finlandia e Stati baltici. Una dinamica al rialzo dei prezzi che rischia di confermarsi e acuirsi nel corso di quest’anno.
La Cina cambia rotta
Per la prima volta, infatti, nel 2021 la domanda globale di legno di conifera segato sarà superiore alla produzione e potrebbe superare i 350 milioni di m³. Tutto ciò è dovuto alla scelta della Cina di convertirsi alle costruzioni in legno. Nel 2021, quindi, la domanda di legno per fini strutturali di Pechino potrebbe toccare i 70 milioni di m³ e i 75 milioni nel 2022. Nell’anno in corso si sta anche registrando una massiccia domanda da parte del comparto europeo delle case in legno e delle case prefabbricate. I dati provenienti dall’industria tedesca, la più avanzata in questo settore, registrano un +42% di fatturato nel 2020 e una stima di ulteriore crescita nel 2021.
Le aziende italiane soffrono
Le aziende italiane stanno soffrendo per l’improvvisa impennata dei costi. «Un’oscillazione dei prezzi fino al 10% – dice Angelo Marchetti, presidente di Assolegno – è fisiologica e sopportabile dalle aziende del settore, ma qui siamo di fronte a qualcosa di molto più grave: questa repentina crescita va a incidere in modo pesante sui costi di approvvigionamento delle nostre imprese, già colpite duramente nei mesi scorsi dalla crisi legata al Covid». Per questo Assolegno (l’Associazione nazionale delle industrie di prima lavorazione e costruttori in legno di FederlegnoArredo) ha chiesto un intervento al governo: la possibilità di rivedere i contratti già firmati, sia con privati sia con la pubblica amministrazione, in modo che si possa assorbire questa straordinaria dinamica dei prezzi.
[Fonte: CORRIERE ECONOMIA aprile 2021 | https://www.corriere.it/economia | di Domenico Affinito]